Nel post precedente vi ho parlato della mia prima esperienza con gli animali e del mio non rapporto con il ragno.
Riflettendo sulle dinamiche relazionali fra uomo e animale credo che l’essere umano abbia più facilità a fare esperienza e quindi a creare un rapporto – fin da piccolo – con gli animali domestici.
Con animale domestico intendo tutti quelli che sono addomesticati e allevati in un contesto domestico, compresi quelli produttivi utilizzati in agricoltura.
Tradotto in altre parole, animali da fattoria e da compagnia.
Tutti gli altri sono definiti selvatici. Vivono allo stato libero.
Quindi siamo tendenzialmente portati a ricordare un animale di tipo domestico, di cui non solo abbiamo fatto esperienza, ma con cui abbiamo instaurato una relazione. Che poi il rapporto sia felice o meno ha poca importanza, perché comunque entrerà a far parte della nostra valigia dei ricordi.
Il luogo determina la relazione col tipo di animale
La classificazione domestico/selvatico offre indirettamente anche una declinazione del luogo più o meno ampio in cui viene vissuta la relazione. Si passa dall’ambiente domestico a quello selvatico.
Un ragno per esempio si aggira sia in un contesto domestico che in quello selvatico, così come vale per tutti gli insetti, come coccinelle, zanzare e animali di piccole dimensioni, come gli uccelli e le arvicole, piccoli topini di campagna.
L’incontro con l’animale selvatico
La percentuale che un lupo, un orso, un cervo o un cinghiale si aggiri in un territorio antropizzato è bassa e qualora succeda – come già le cronache narrano sempre più spesso – il motivo è da imputare alla grave difficoltà di procurarsi il cibo nel loro ambiente abituale.
Due fra le maggiori cause di questo fenomeno sono il cambiamento climatico e il consumo di suolo.
La loro casa diventa sempre più piccola, perché l’essere umano se ne appropria con avidità, dimentico che non è il padrone della terra, ma piuttosto uno dei suoi tanti abitanti.
In quale casa vivono gli animali selvatici?
Tutti da piccoli ci siamo posti questa domanda e la curiosità rimane, anche quando diventiamo adulti.
Molto spesso siamo attirati dall’idea e dalla possibilità di fare un bell’incontro nei boschi, in montagna, lungo un lago, con uno dei tanti animali che popolano questi luoghi, primi fra tutti l’orso.
Gli animali conoscono molto bene i confini di “casa”. Se escono, lo fanno per precisi motivi, come procacciarsi il cibo venuto meno nella sua zona o per cercare un’altra “casa”.
Se qualcuno entra nella loro “casa”, lo osservano e se si sentono minacciati, lo invitano ad andarsene, anche con modi poco amichevoli, se necessario, e poi passano all’azione, se la minaccia non ha sortito alcun effetto.
Quando siete in un bosco, avete mai avvertito la sensazione di essere osservati?
Fateci caso, perché lo siete!
Se vi capita di sentire un grido agghiacciante, quella è la ghiandaia che avvisa della vostra presenza gli abitanti del bosco.
Quindi accontentiamoci di essere osservati e insegniamo alle nostre bambine e ai nostri bambini il rispetto delle “case” altrui e delle loro regole, proprio come accade quando andiamo a trovare gli amici nelle loro abitazioni.
Una curiosità per le vostre bambine e i vostri bambini
Lo sapete come segnano il loro territorio molti animali?
Lo fanno con la pipì, la cacca, la saliva.
Un po’ puzzoloso e bislacco forse, ma molto efficace!
Se il tema sulla relazione fra uomo e animale, vi piace e far conoscere un’amicizia speciale ai vostri piccoli, vi segnalo la serie di “Le evventure di Gemma e Molly“.
Qui trovate la prima dal titolo “A Gemma scappa la pipì“.