Quanto temete questa festa?
Di solito c’è chi la teme perché “è la solita americanata” o perché semplicemente “fa paura”, come dicono le bambine e i bambini. Per loro è una festa spaventosa, ma allo stesso tempo affascinante. Non è un male avere paura, è un’emozione e come tale va compresa, e come spesso accade esorcizzata. La storia dell’umanità è ricca di riti e tradizioni che cercano di stemperare la paura del buio, degli spiriti, del male. Insomma niente di meglio di un rito che scaccia gli spiriti cattivi, il buio, il freddo, le anime vaganti. Halloween entra a pieno titolo in questo filone rituale che caratterizza il periodo più scuro e freddo dell’anno.
Cosa significa?
Gli studiosi si dividono su due tesi. 1. Il termine è la variante del nome scozzese “All Hallows’ Eve”, che tradotto significa notte di tutti gli spiriti sacri, vigilia del giorno di Ognissanti. 2. L’origine del nome va ricercata nella storia irlandese di “Jack-o’-lantern”, anima condannata dal diavolo a vagare di notte con la sua lanterna, ricavata da una rapa e un carbone ardente che il diavolo – si narra – gli abbia donato per pietà. In inglese scavare si dice “hollowing”, da qui deriva il termine Halloween.
Il rito
Si fa risalire a un’antica festa celtica, “Samhain”, antico termine irlandese che significa “fine dell’estate”, e secondo il calendario celtico cadeva il 31 ottobre. Rendevano omaggio alle divinità sacrificando ossa di animali per ingraziarsi gli spiriti buoni e calmierare quelli cattivi in vista delle prossime stagioni, quella della semina e del raccolto. Con la diffusione del cristianesimo questa festa venne trasformata in una festa cristiana, quella di Ognissanti. Al rito venne confezionato un vestito cristiano, ma la modalità rimase la stessa. Solitamente c’era un corteo, fatto di gente povera, mascherata, che andava di casa in casa a chiedere l’elemosina in cambio delle preghiere per le anime dei defunti. Chiaramente avevano con loro una lanterna.
Halloween in Germania
La festa in Germania ha assunto connotati “americaneggianti”. Si è ridotta a una versione autunnale del carnevale. Un’occasione economicamente ghiotta. I negozi si riempiono già a settembre di prodotti dedicati a questa festa: maschere di streghe, vampiri, scheletri, lanterne, ragni, ragnatele e molti molti troppi dolciumi, che solo a vederli i denti si riempiono di carie ; ) Poco rimane dello spirito originario. Quello che non manca è il corteo, quello di bambine e bambini in maschere con lanterne e sacchi da riempire di dolcetti. Non tutti amano questa festa e non tutti vogliono essere disturbati dal suono del campanello. In Germania, se volete prendere parte alla sfilata, passate dalle case alla cui entrata trovate un lumicino accesso. E’ il segnale che qualcuno sta attendendo l’arrivo del corteo. Non esiste un orario specifico, ma solitamente all’imbrunire si sentono già echeggiare nelle vie passi eccitati e allo stesso tempo felpati, perché nessuno vuole fare brutti incontri. Nel vedere i bambini sfilare ho notato che in loro lo spirito originario del rito rimane. Avanzano con la loro lanterna a passo cadenzato e silenzioso, come se avessero il timore di svegliare qualche spirito maledetto. Al suono del campanello il silenzio si fa più fitto. “Chissà chi aprirà la porta, qualche spirito cattivo o buono?”, pensano e poi in fretta ripassano mentalmente la fatidica frase: “Süßes oder saures?”
Buon Halloween e fate attenzione, potreste incontrare “Jack-o’-lantern”.