Da quando, lo scorso 24 febbraio, l’esercito russo ha invaso l’Ucraina, siamo immersi in pensieri, emozioni e sensazioni spesso contrastanti che non riusciamo facilmente a dare ordine.
Personalmente, nelle ultime settimane, ho sentito dentro un’urgenza a cui ho cercato di dare forma attraverso le parole scritte.
Poiché sono un’amante delle lingue, ho cercato l’origine della parola italiana pace.
Deriva dal latino pax, la cui radice pak- è indo europea e significa pattuire, legare, saldare.
Nasce così questa storia che non parla di pace, ma di come preservarla.
Una storia a misura di bambino, perché possa essere raccontata ai più piccoli.
Nelle cose semplici e genuine, come una stretta di mano, una promessa che sancisce qualcosa di grande e meraviglioso, si trova l’essenziale, con cui tracciare la via.
Già Antoine de Saint Exupéry ci ricordava attraverso le avventure de Il piccolo principe l’importanza di tornare a ciò che è essenziale per sentirci autentici, veri gli uni di fronte agli altri.
La storia non ha illustrazioni e disegni perché desidero che siano le bambine e i bambini protagonisti attivi di questo messaggio. Lascio loro e la loro purezza, fantasia e creatività a dare forma e colore ai protagonisti di “Facciamo la pace?” – qui trovate anche la versione russa curata da Sviatlana Yatsko.
Se le vostre bambine e i vostri bambini vogliono diventare costruttori di pace, possono inviare il loro disegno a info@mirtisconci.com lasciando il loro nome, provenienza ed età.
Li metterò su una pagina dedicata del mio sito che diventerà un ponte virtuale di pace.
Grazie per il vostro contributo!